MIRABILIA: diario di un Festival


Mirabilia International Circus & Performing Arts Festival 2013
Fossano, Cherasco, Savigliano
19-23 giugno

www.festivalmirabilia.it



SciaRada ci sarà e Voi?












QUATTRO CHIACCHIERE CON FABRIZIO GAVOSTO direttore artistico del FESTIVAL MIRABILIA

Giovedì 13 giugno, poco prima dell'inizio della Conferenza stampa, Fabrizio ci racconta Mirabilia in 4 parole chiave.





Uno sguardo su Mirabilia

Dal 19 al 23 giugno SciaRada si trasferirà a Fossano per raccontare, giorno per giorno, quello che accadrà a Mirabilia International Circus & Performing Arts Festival.

Mirabilia esiste dal 2007 ma per SciaRada è la prima esperienza! Non esageriamo se vi diciamo che ci sentiamo come pesci rossi che, dalla sicura e confortevole bolla di vetro, si ritrovano a nuotare nel vasto oceano. Non sappiamo come potremo orientarci in un programma così fitto di spettacoli, performance, eventi: diverse prime nazionali e alcune prime assolute, compagnie provenienti da tutta Europa, almeno una decina di categorie d'intrattenimento, laboratori, convegni. Saranno cinque giorni molto intensi e riuscire a seguire tutto sarà impossibile...ecco l’eccezionalità del momento: la scelta degli spettacoli si rende necessaria, al contempo appare la consapevolezza della rinuncia e successivamente il desiderio di ritornare per provare a recuperare quanto perduto. Tutto ciò rende imprevedibile la nostra presenza a Mirabilia Festival: possiamo non aspettarci notti d’arte sotto le stelle, corse pazze per raggiungere quel chiostro o cortile dove avverrà una performance, incontri interessanti con artisti di ogni genere?
Mirabilia è molto più che un festival di teatro urbano, ha le sembianze di una scatola magica, un contenitore di spettacolo e meraviglia, una lente su quanto di più innovativo, contemporaneo, folle, nasce oggi nel mondo del circo, della danza, del teatro di figura e di strada a livello internazionale. Il Festival è inserito in un progetto che promuove e sostiene compagnie emergenti in area europea e le accompanga in un percorso formativo di ricerca artistica (Circus Next, Jeunes Talents du Cirque Europe è uno dei partner).
Mirabilia offre intrattenimento per diversi tipi di pubblico, da quello amatoriale a quello di esperti, con spettacoli di varia difficoltà di fruizione, da spettacoli di teatro di strada e danza urbana di immediata lettura, a performance molto impegnative e articolate come la Nouvelle magie.
Da quest'anno il Festival Mirabilia sarà un grande palcoscenico a cielo aperto che invaderà il tessuto urbano di tre città: piazze, vie, cortili, teatri e chapiteaux situati in punti strategici dei centri storici. Da quest’anno Mirabilia allarga i suoi confini e diventa un “triangolo culturale” formato dal comune di Fossano, come nelle scorse edizioni, punto di riferimento e polo del teatro urbano, e per la prima volta dai comuni di Cherasco, polo della magia, e Savigliano, polo della danza, andando così a inserirsi in un progetto di valorizzazione dei beni architettonici, gastronomici, artistici del territorio. La scelta di espandersi è tanto ambiziosa quanto necessaria al fine di non limitare la libertà di azione del Festival.
Queste sono solo le premesse, una prima occhiata superficiale, ancora incerta: non è possibile raccontare, ora, ogni aspetto di quello che il programma offre, i retroscena, le compagnie e i progetti più interessanti. Per conoscere Mirabilia è sicuramente più semplice viverla ed è ciò che SciaRada si propone di fare a breve.

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PERDERSI PER LE VIE DI FOSSANO durante Mirabilia


Nel primo pomeriggio giungi a Fossano, passeggi per le vie del paese.
Ogni vetrina è addobbata per il Palio dei Borghi, ad ogni rotonda o piazza un palcoscenico, le più sfiziose bancarelle.
Arrivi nella Chiesa di S.Giovanni, la segreteria del festival Mirabilia; chiedi e sfogli il programma, scegli gli spettacoli che vuoi andare a vedere, quelli che proprio non ti puoi perdere.
Consultando la cartina, passi il tempo passeggiando, senza noia.
E' l'ora del primo spettacolo. Esci soddisfatto e continui a passeggiare.
Se magari perdi l'orientamento dove c'è una folla di persone sei spinto a fermarti per vedere anche solo per farti suggestioni. Passeggi.
Arrivi in Piazza Castello e vedi cinque acrobati anzi quattro, uno è un angelo. Ammiri.
Poi torni a passeggiare. Contempli.
Lo stomaco comincia brontolare, hai l'imbarazzo della scelta su dove andare a mangiare.
Cammini fra la gente, la testa ruota in continuazione ma non riesce a vedere tutto. Alzi lo sguardo e vedi gente e corde salire e scendere da una torre.
Il tuo cervello è pieno di immagini, fotografie spettacolari e immagini che mostrano la felicità delle persone che si sono perse come te. Ma il cervello è anche pieno di rumori, suoni, musiche.
Sei contento di esserti perso.

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ME, MYSELF AND US
di Tete d'enfant
con Florent Lestage, Nael Jammal, Guillaume Biron
visto mercoledì 19 giugno, Fossano.

Una performance di pura improvvisazione, un luogo indefinito e tre ragazzi da cui possiamo davvero aspettarci di tutto. Inizialmente la scena è un po' confusa ma, per fortuna, acquista logica in seguito e la seconda parte dello spettacolo ci regala alcune scene di pura poesia, la quale si intreccia con la solitudine moderna: un uomo con lo sguardo perso, sopra un trapezio, in bilico tra la vita reale e il suo mondo solitario. E, man mano che il trio improvvisa, si creano gag e si delineano tre ritratti della solitudine, i quali si scontrano con scintille di pura vita. L' improvvisazione fa la sua parte: uno spettacolo del genere, studiato, non avrebbe creato l' atmosfera adatta, anche se a tratti risulta ripetitivo. Gli interpreti hanno energia da vendere e la performance incuriosisce, induce a voler vedere "dove va a finire".

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LENTO
di Nuua
con Luis Sartori do Vale e Olli Vuorinen
visto mercoledì 19 giugno, Fossano.

Un luogo onirico dove lo spazio è disegnato da palloncini bianchi, ancorati al pavimento, che ondeggiano seguendo gli spostamenti d'aria, come piante flessuose in un bosco: in base a come vengono orientati, cambia il paesaggio e si creano scenari e composizioni sempre nuove. Hanno una loro forza vitale - cose inanimate-, una sorprendente presenza scenica. Il pubblico di adulti e bambini, con ragione, si stupisce di quante "situazioni" possono nascere partendo da questi semplici oggetti la cui unica utilità, trasformata in forza da Nuua, sta nel levitare in aria col rischio di sfuggire alla presa.
Genialità, ottima base musicale e ingredienti semplici - giocoleria, acrobazie, comicità - rendono possibile uno spettacolo che è un piccolo gioiello. Il giovane duo finlandese riesce a incantare l'intera platea, raggiungendo picchi di magica poesia.
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Wine and Festivals: a one to one presentation of 5 international festivals and 4 great wines of Piemonte
Giovedì 20 giugno: incontro con degustazione per operatori e compagnie.
Fossano, segreteria festival.










THE LOSER
con Matteo Galbusera
regia di Adrian Schvarzstein
co-produzione Festival Mirabilia, Teo Galbusera, Comune di Genola e Festina Lente.
visto il 20 Giugno, Fossano.

Il teatro comico fatto in strada, in questo caso in una piazza, dall’alba dei tempi ha come obbiettivo il far ridere e divertire gli spettatori o il signore che passa di lì per caso. Matteo Galbusera, che ha ricevuto diverse menzioni speciali nel campo del teatro comico e del cabaret, ha di sicuro il merito di aver fatto trascorrere una serata piacevole a molte persone. Uno spettacolo senza una vera e propria storia, praticamente assente e senza troppi pretesti, farcito e riempito di gag vecchio stampo, nulla di nuovo o innovativo. Il tutto girato intorno alla demenzialità, molto simile al cabaret da villaggio turistico. Uno spettacolo molto semplice, ideale per passare una serata in allegria. 

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EL COCHE
di e con Karcocha (Gerardo Esteban Castro Gonzales).
visto giovedì 20 giugno, Fossano.

Sul pieghevole del programma è indicata come sede dello spettacolo la rotonda di via Roma e infatti, quando arriviamo, un nutrito gruppo di persone è già presente sul posto.
Karcocha arriva in ritardo a bordo di un furgoncino che, a tutta velocità, supera la folla e si dirige verso la rotonda di pochi metri successiva. Il pubblico, confuso, pensa così di aver sbagliato luogo perciò lo segue in massa. Il furgoncino arriva alla seconda rotonda, compie il giro e torna indietro al punto precedente: la gente capisce di essere vittima di uno scherzo.
Un clown bislacco con un costume allucinante (è un complimento!), un fischietto per contraffare la voce, l'arte del mimo e un repertorio di gag tipiche dell'importunatore di professione. La rotonda è un luogo trafficato da automobilisti e passanti che diventano vittime ignare; alcuni offrono a Karcocha l'occasione ideale per improvvisazioni fuori dal canovaccio guida: l'ambulanza che frena di colpo perché lui si getta in mezzo alla strada fingendosi un moribondo, un macchinone lungo e scuro perfetto per la gag del corteo funebre, passanti particolarmente affettuosi che prendono l'iniziativa e altri così scontrosi su cui il pubblico infierisce. La performance riscuote grande successo e richiama molto pubblico, particolare da non trascurare.


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C'ERA UNA VOLTA
di Ondadurto Teatro
regia e artistic concept di Marco Paciotti
costumi Claudia Tortora
visto giovedì 20, Fossano.

Il titolo lascia intuire che il tema dello spettacolo sono le fiabe, "purtroppo" quelle classiche dai Grimm ad Andersen - "purtroppo" perché il pubblico occidentale resta troppo legato a questi nomi quando l'Oriente e l'Africa hanno un repertorio di fiabe vastissimo e lungamente ignorato – ma, per fortuna, le note favole sono affrontate in chiave moderna, comica e originale. La compagnia Ondadurto Teatro intende, infatti, rivisitare le favole sotto aspetti inusuali, sconvolgendo l'immaginario comune in parte consolidato dai film Disney.
La macchineria, i costumi e le coreografie sono da vedere, rivelano un lungo lavoro di progettazione alle spalle nel rispetto di una linea artistica ben studiata, e con il risultato certo di sorprendere, affascinare e divertire.
Una considerazione è, però, necessaria: uno spettacolo costruito e curato con attenzione, quale è C'era una volta, se avesse osato di più anche sul piano dei contenuti, raggiungendo la stessa forza con cui ha affrontato il finale (veramente spiazzante e potente), forse sarebbe stato più completo.
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LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA...
Venerdì 21 Giugno ore 15. I preparativi continuano per le serate e gli eventi di Fossano, Savigliano e Cherasco. Sono previste giornate di fuoco.




AB – NORMAL LIFE
frutto della collaborazione italo-spagnola fra le compagnie Trukitrek  e Ottopanzer
di e con Gianni Risola
visto venerdì 21 giugno, Fossano.

Burattini bianchi come pupazzi di neve, con lunga coda e piccole ali, sono anime che fra le nuvole accettano la chiamata per la terra.
Abelardo è il protagonista della storia, un ragazzo come altri che insegue un proprio modello e si sforza per raggiungerlo, ma ha un corpo eccessivamente grande.
L’amico cane è in grado con il suo guinzaglio rosso di cambiare ambiente alla scenografia, che riprende il modello greco dell’ekkiklema, passando dalla via della città al monolocale del padrone, dove tutto è anche qualcos’altro.
Le telefonate della mamma, il mangiare, gli esercizi fisici per assomigliare a Bruce Willis ossia la routine di tutti i giorni, si trasforma dopo l’incontro con un bambino; un’anima atterrata nel posto sbagliato: il cassonetto dell’immondizia.
Abelardo se ne cura, quanto meno ci prova. Chiede aiuto alla mamma che sempre al telefono parla e non lo ascolta ed allora ricorre ad un mamma del pubblico. Il bebè ha fatto la cacca.
Giocano, si scoprono, si sorprendono con felicità e a volte paura. Poi Abelardo trova il modo di fare ridere il bambino lanciandolo in aria. Lo lancia sempre più su fino a farlo volare e non vederlo più.
Abelardo è triste, accompagna il cane a spasso e poi lo libera per andare sul tetto di un grattacielo e poi buttarsi giù. Anche Abelardo vola in cielo come un palloncino.
Le due anime si ritrovano fra le nuvole, non torneranno più sulla terra preferendo stare assieme.
Spettacolo senza parole giocato con le regole del clown.
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Architetture MIRABILI-OSE
Il Festival Mirabilia valorizza il patrimonio artistico e architettonico delle città ospite. Monumenti  ed edifici di prestigio culturale e storico fanno da sfondo o da contenitore agli spettacoli. Si può immaginare l'impatto visivo che la cornice apporta alla performance. Arte a 360 gradi.

 
Castello degli Acaja, Piazza Castello a Fossano. Sopra le torri volano centinaia di rondini in questa stagione

Fossano, Duomo

La chiesa sconsacrata S. Giovanni a Fossano, segreteria e punto accoglienza del festival


Piazza Santa Rosa, Savigliano

Teatro  Milanollo a Savigliano

Sala Polivalente della Croce Nera, Savigliano

KNIGHTS OF THE INVISIBLE
di e con Iona Kewney e Joseph Quimby
visto venerdì 21 giugno, Savigliano.

Una forza generatrice e distruttrice alla stesso tempo, nell’ arco della stessa perfomance. Uno spettacolo che trasmette un’ energia bestiale. La tensione la si può vedere benissimo, a occhio nudo: le vene della danzatrice Iona Kewey pulsano, letteralmente e sembra che stiano per uscire dalla carne, dalla pelle. “Knights of the invisible” è uno di quegli spettacoli che emanano una potenza senza eguali, a tratti sovrannaturale , ultraterrena, da visione onirica. Quando Iona danza e Joseph Quimby gestisce la parte musicale, facendo anche interventi vocali, sforzando la voce, l’unione è perfetta. Le cose si amalgamano in continuazione e si ricreano continue combinazioni. La tensione è talmente alta che ipnotizza e cattura. Totalmente. Anche l’ impatto visivo, delle due figure, fa la sua parte: lui grande e grosso e lei piccina, ma con energia da vendere. I brani musicali e la scelta della musica fanno da cornice perfetta: si può dire che è il terzo componente della performance. Uno spettacolo da vedere, che cattura immediatamente. Uscirete dalla sala con un “wow”, sussurrato o forse detto ad alta voce, urlato.
                                                                                                                                                            CV




RIEN N'EST MOIN SÛR (MAIS C'EST UNE PISTE)
di Collectif de la Bascule
visto venerdì 21 giugno, Savigliano.

Il corpo del ragazzo si staglia nell'azzurro del cielo, dimena gambe e braccia, ma il suo sguardo è chiaramente provocatorio perché lui sa, mentre il pubblico è attraversato da un brivido di terrore, che cadrà perfettamente in piedi centrando il morbido materasso.

Ogni volta che uno degli acrobati viene lanciato in aria dalla catapulta il tempo il ferma, in Piazza santa Rosa la gente seduta ai tavolini dei caffè si immobilizza, gli occhi incollati sul corpo che volteggia, le tazzine ferme a mezza strada tra il tavolo e la bocca. Quando i piedi dell'acrobata toccano terra il tempo riprende a scorrere, e così le persone in piazza a respirare regolarmente.
Gli acrobati sono cinque ragazzi giovanissimi, tutti belli e con le facce simpatiche che non tradiscono tensione, paura, sforzo. Hanno fisici longilinei e leggeri, sembra che per loro la forza di gravità non esiste, sembra che piroette e capriole in aria, salti, giocolerie e acrobazie di vario genere, per loro, sono la cosa più naturale del mondo, come i vestiti che indossano, stile fresco e casual.
Forse non sono umani, ma è certo che sono giovani, quindi solo all'inizio del loro percorso artistico, chissà quali cose incredibili saranno in grado di fare tra qualche anno.
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RIFLESSI DELLA CADUTA Frammenti 1/2
Atti o Scene In Luogo Pubblico  
di e con Andrea Atzeni, Michele Noce, Paola Parini, Chiara Pautasso, Marzia Raballo, Marta Rizzi, Elena Rolando
visto venerdì 21 giugno, Fossano

Qualche problema tecnico ritarda l’inizio delle prime esibizione e si è poi pensato di mantenere le repliche  in Via Roma A piuttosto che spostarle in Via Roma B come avrebbero dovuto.
Sette danzatori in bilico fra un perfido e l’altro.
Due atti, due diverse formazioni per questi due frammenti  che sono la divisone dello spettacolo “RIFLESSI SENZA CADUTA”.
Nel primo frammento ognuno dei quattro personaggi, vestiti di abiti eleganti entra in scena con un proprio oggetto. La scenografia è composta di quattro sedie gialle, un tavolino anch’esso giallo, i portici di via Roma come fondale e la gente come cornice. Più di una volta però la cornice invade lo spazio scenico.
Caratterizzato più dalle individualità dei quattro che dal collettivo, ognuno dei personaggi si esibisce nel silenzio, con la propria paura ed il proprio carattere nel vuoto della vanità. A volte le fobie si contagiano.
Nel secondo frammento, invece i tre danzatori vestiti di colori caldi, ballano pressoché in coro salvo alcuni passaggi in cui uno/una guarda gli altri/le altre due esprimersi.
Più concitato, forse meno intellettuale è sicuramente più ballato rispetto al primo.
“Riflessi della caduta” dichiara come i vecchi modelli, sociali, culturali, politici rivelano la propria inadeguatezza.

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A Mirabilia NON si muore di fame!


Ecco un tipico pasto che si può consumare a Fossano nei punti ristoro allestiti per il Festival Mirabilia e situati in varie zone della città. Si possono incontrare artisti, membri dello staff, turisti, seduti tutti a mangiare agli stessi tavoli. I punti ristoro sono aperti a pranzo e cena in linea con gli orari degli spettacoli, e offrono prelibatezze del territorio e non, per tutti i gusti e per tutte le pance!



ANIMAL RELIGION SHOW
di Animal Religion
progetto Circus Next
visto venerdì 21 giugno, Savigliano.

Religion. Di un credo si tratta, di una linea di condotta da seguire con assoluta, totale partecipazione. Accettare la trasformazione con la mente e con il corpo.
Il pubblico si interroga su cosa sta guardando ma le parole non ci sono - indescrivibile, indefinibile. Nessuno è capace di dare un'identità allo spettacolo. Animal Religion Show non la vuole un'etichetta - gli animali non danno definizioni, non esprimono concetti -, per questo motivo è uno spettacolo brutale ed estremo, non ci permette di "addomesticarlo". I due giovani performer si "usano" a vicenda, si sottopongono alle pratiche più assurde e imbarazzanti, tirano fuori un'istintività così spinta da risultare grottesca pure comica. Esplorano gli oggetti e i loro corpi come farebbe una bestia o un bambino piccolo, usando la bocca, l'olfatto, il tatto, ma con l'inventiva tipicamente umana, adulta, che permette loro di reinventare se stessi e la realtà, di mettere in discussione la logica delle cose. Poi ci sono la giocoleria e le acrobazie, perché i due "animali" sono anche abili artisti.
Animal Religion Show, un progetto finlandese ancora incompleto, non finito. Impregnato di una sacralità paranoica. Unico, non esiste nulla di uguale. Da vedere.


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L' INFIORATA
Amaranto Artigianato
di e con Alessia Bussini e Elisa Dell' Acqua.
visto venerdì 21 giugno, Savigliano.

Dal 1998 la compagnia teatrale Treatriinviaggio ha sviluppato un’ idea molto interessante. Prendendo spunto dall’ Infiorata, ovvero il colorare grandi disegni nelle piazze con fiori dai colori vivaci, l’ ha rielaborata creando un evento che va dall’ animazione di piazza alla manifestazione artistica. Dal risultato finale capiamo meglio queste due definizioni: l’ opera diventa un vero e proprio polo attrattivo per grandi e piccini, i quali si divertono a colorare il disegno con la segatura colorata. Ed è un evento perché diventa una grande festa generale e gioiosa. Il pubblico non è uno spettatore passivo che guarda impassibile, ma diventa un co- autore dell’ opera stessa. In questo caso, gli autori sono proprio i bambini, i  quali creano un’ opera d’ arte coloratissima. E il risultato finale è strabiliante: la piazza è diventata, di colpo, più colorata ed è impossibile non fermarsi per ammirarla. Il disegno colorato ieri era la carta del folle nel mondo dei tarocchi, rappresentante l’ artista. Altri due disegni sono pronti per essere colorati. Forza, accorrete numerosi! 

                                                                                                                                                       CV



L'AUTRE
di e con Claudio Stellato in collaborazione con Martin Firket
visto venerdì 21, Fossano.

Una moquette rossa avvolta su se stessa. Un'alta scatola di legno. Dieci secondi di buio.
Claudio Stellato, alla luce, come nell'iconografia della Passione, trasporta sulle spalle un'altra scatola di legno. 
La moquette da sola si srotola. L'interprete procede con movimenti lenti e precisi con apparente obiettivo adagiare la scatola sulle quattro gambe.
Boom! Timido e silenzioso, forse impaurito dalla grande scatola, frettoloso di sparire si chiude nella sua scatola sbattendo la porta. L'alta scatola comincia a traballare.
Di Claudio, dalla sua scatola, escono un piede ed una mano, che si allontanano e si avvicino dotati di una propria forma di vita.
Claudio esce divenendo un centauro mezzo uomo - mezza scatola.
Tutto ha un ritmo.
L'alta scatola intanto continua a traballare fino a quasi piombare su Claudio che pare cambiato dopo essere entrato nella scatola. Sembra più coraggioso, comunque prende ulteriore coraggio ed entra nell'alta scatola.
Si viene a creare un immaginario, libero di costrizioni che distrugge la parte cosciente della realtà. Non ci si può distrarre perché tutta la performance corre su un filo silo sottilissimo ad altissima quota fino al termine.
Dopo gli applausi, Stellato ed il collaboratore Firket, ipnotizzano il pubblico che non se ne va.
Negli interpreti è presente la voglia di ringraziare ed uscire dal pubblico con il pubblico.

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C8H11NO2
di Room 100
con Jakov Labrovi, Antonia Kuzmanic
regia Jakov Labrovi
visto venerdì 21 giugno, Savigliano.


Un nome non comune per uno spettacolo. Infatti non è un titolo, è la formula chimica della dopamina, un neurotrasmettitore che si produce nel cervello quando subentra la schizofrenia. Il tutto inizia con la testimonianza video di un vero malato, il quale ci trascina direttamente in questa realtà non nuova, ma sicuramente poco conosciuta. A testimonianza interrotta subentrano sulla scena gli attori, i quali ci catapultano in un mondo pieno di allucinazioni e visioni mostruose. Vediamo esseri informi o creature ben conosciute, le quali scatenano  fobie interiori, materializzarsi davanti i nostri occhi. L’ ambiente buio, con luci inquietanti, accompagnato dalla musica prodotta da alcuni oscillatori, creano un mix perfettamente spaventoso e allucinatorio. I corpi diventano contenitori per questa malattia psicotica e l’ effetto è ipnotico, a volte raccapricciante. In questa serata siamo venuti a contatto con la schizofrenia e tutta la visione devastante e distorta che ne consegue. Uno spettacolo unico, molto atteso e l’ attesa è stata ripagata egregiamente.
CV








FOSSANO IN FESTA

Fossano in festa, la gente affolla le vie della città e si destreggia abilmente tra spettacoli di circo, teatro comico, urbano e di strada. Da non dimenticare le numerose bancarelle del mercato! Accorrete numerosi, la festa è solo agli inizi e continuerà per tutta la notte. Da menzionare la presenza di EU@genio, il genio europeo, il quale vi darà consigli utili e filosofici.

Fossano, 22 giugno.









ARRIVA EPISCOPIO

di e con il Mago Pancione
visto Sabato 22 giugno, Cherasco.

Vestito variopinto con il blu che fa da padrone, il Mago Pancione si esibisce di fronte al suo personale chapiteau di Via Vittorio Emanuele a Cherasco, la città che Mirabilia ha destinato alla magia.
Pietro di cinque anni è, con il suo papà, l'unico spettatore. 
Arrivano Ines e la sorellina. Mago Pancione non demorde, incita il suo pubblico, che non è delle grandi occasioni, ad applaudire forte, fortissimo per attirare altri spettatori.
Ecco la prima magia: il cerchio si crea.
Accompagnato dagli attrezzi del mestiere tenuti in una borsa di cuoio nera, Mago Pancione, così chiamato perché mago non perché ha la pancia, in un susseguirsi di divertenti trovate cerca con tutto se stesso di strappare un sorriso, riuscendoci.
Mago Pancione collabora con la BCE per impedire la contraffazione delle banconote da 20€.
Con l'aiuto degli applausi riesci a far volare la bacchetta d'acciaio.
Spiega il trucco dell'uovo nel sacchetto ma spiegandolo riesce comunque ad ingannare il bel e buon pubblico.
Alcuni disturbi. Jacopo fa richieste personali, prove tecniche per l'amplificazione dello spettacolo successivo, un clown vestito in maniera allucinante all'angolo della strada dirige il traffico.
Ma Mago Pancione non si arrende e conclude con grandi applausi per lui e Mirabilia.

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TANGRAM
di e con Stefan Sing e Cristiana Casadio
visto sabato 22 giugno, Savigliano.

L'uomo e la donna, legati da un'attrazione naturale e necessaria. Una storia che tutti conosciamo: l'incontro, l'innamoramento, il gioco malizioso che diventa litigio, la pacificazione e l'eros. Stefan e Cristiana mettono in scena le dinamiche degli opposti tramite la danza e la giocoleria. Il gioco di sguardi, scherzi e tensioni fa da contorno al virtuosismo artistico dei performer, alla composizione estetica che nasce dal confronto del corpo umano - imperfetto, complesso, organico-, con l'oggetto sfera - perfetto, semplice, inanimato -, entrambi sono strumenti al servizio dell'atto creativo. Quando danza e giocoleria si sposano con armonia i livelli espressivi sono infiniti. Il vero connubio è questo: le due discipline che si legano, è amore artistico.

Stefan e Cristiana, due mostri di bravura, lui nella manipolazione delle sfere, lei nella danza, e in più entrambi si appropriano un po' dell'abilità dell'altro. Non è un caso che a vederli c'erano molti dei giocolieri presenti al festival e che alla fine dello spettacolo metà platea si è alzata in piedi per applaudire. Ma questi sono dettagli.

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ALCHIMIA DI FANTASIA
di e con i maghi Roger e Ivan
visto sabato 22, Cherasco.

Roger legge il giornale, Ivan irrompe sulla scena in evidenti difficoltà a fare quello che fa, disturbando il lettore fino a quando egli non tira fuori dal giornale un mazzo di fiori.

Inizia il duello a chi meglio stupisce.
Un grande mago ha una grande bacchetta magica. Roger ne possiede una formata da tante; così invita un bambino del pubblico e lasciandolo senza movimento lo trasforma nel monumento al prestigiatore.
Più legato alla tradizione è Roger, più folle invece Ivan.
L'alchimia è forte, la fantasia tanta.
Il pubblico è coinvolto, diviene complice dei giochi di prestigio e sognatore di paesi lontani.
Come tutti un mago ha una vita quotidiana, ma anche quando si sveglia è sempre un mago e Ivan ci mostra cosa questo significa.
Ripetono più volte lo spettacolo, mai uguale, sempre con nuove trovate e nuove immagini da regalare a questo variegato pubblico che vuole lasciarsi trasportare.



ONE TRABUK SCIO'
di e con Trabuk
visto sabato 22, Cherasco.

Trabuk è un prestigiatore con jeans e maglietta arancione, gilet e cilindro, non nasconde nulla, mostra tutto ed inganna il pubblico controllandone l'attenzione. Lo spettacolo è giocato sulla parola, le battute e gli sguardi.

Il personaggio è forte. Certi numeri si sono già visti durante la giornata ma il carisma di Trabuk li trasforma.
Il cerchio è notevole. 
A fine spettacolo, gli applausi sono tutti per la nonna sorda di Dronero in collegamento telefonico.
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DIS-LE MOI
di Mastoc Production
regia di Carine Kermin, Vincent Gillois, Marlène Koff
visto sabato 22, Savigliano.

Sette donne vestite di nero arrivano in gruppo sorprendendo il pubblico alle spalle. Ciascuna sceglie un uomo tra la folla e lo invita a passeggiare, i fortunati prescelti vengono messi a loro agio con ogni tipo di gentilezza. La danza è già cominciata. Ogni movimento è un tassello della coreografia, ogni carezza, ogni sguardo, una parola sussurrata a fil di voce nell'orecchio. Le performer lavorano insieme, sono un corpo unico, indossano pure lo stesso modello di scarpe. Sono amiche, alleate contro il mondo, contro la violenza degli uomini. Eppure compiono atroci azioni verso le compagne: urla, botte, cattiverie. Perché le donne non sono solo dolcezza materna. Attraverso azioni semplici e lineari, Dis-le Moi rappresenta i molteplici volti, buoni e negativi, della natura femminile, prevedendo in più occasioni il coinvolgimento della gente - le attrici cercano il contatto fisico e visivo, trasferiscono la loro tensione sulla folla. Difficile decidere se etichettarlo come spettacolo di denuncia, sicuramente è molto intenso e forte, mostra senza  mezzi termini la violenza e la sessualità.
In sette, con le borsette in testa, come fossero cappelli, fissano il mondo temerarie. Questa immagine sembra dipingere nel complesso il ruolo, a volte scomodo, altre vantaggioso, che le donne calzano. Alcune realtà sono tali da sempre e non possono essere cambiate - come l'irresistibile e reciproco bisogno degli individui di sesso opposto -, ma altre devono finire di esistere - la violenza gratuita da parte degli uomini, prima fra tutte. Resta una domanda: Quando gli uomini faranno lo stesso? Uno spettacolo che parli solo di loro. Ecco una realtà che dovrebbe cambiare.


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ECCENTRIKA
di Cirko Vertigo
regia di Eric Angelier.
con Yves Chevalier, Diego Contreras Acosta, Francesca Donnangelo, Veronica Girotti, Michelly Ferreira, Stefania Michelessi, Alessio Motta, Martina Pisacane, Marian Sanchez Alamilla, Valentina Seguel Tamariz, Edward Smith
visto sabato 22, Fossano.

Loro sono bravissimi, lo pensa anche il pubblico che chiacchiera e commenta uscendo fuori dal cortile. Lo pensano davvero gli spettatori, perché il cortile interno della scuola Italo Calvino era pieno e c’è stata una lotta per accaparrarsi una sedia. Un gruppo di artisti internazionali, per la precisione 11, i quali vogliono fare gli “eccentrici” dimostrando di esserne all’ altezza. Uno spettacolo che entusiasma per la loro padronanza di tecnica.  Ma a volte il “saper fare bene le cose” non basta. Non esiste una storia, ci sono solo i protagonisti che si esibiscono uno alla volta e nulla più. Davvero un peccato, perché se ci fosse stata una base più solida e logica, lo spettacolo avrebbe centrato il bersaglio in pieno. Nulla tolto alla loro bravura da professionisti, ma a volte non basta solo quello.
                                                                                                                                                                            CV

 




I WAS THERE AND... WHAT THEY TELL US IS NOT WHAT I SAW
di Hortzmuga Teatroa
autore Raul Cancelo Martinez
produttore: Teresa Gutierrez.
drammaturgia: Hortzmuga Teatreo.
in collaborazione con Fira Tarrega, Istituto Vasco Extrepare
visto sabato 22, Fossano.

Io sfido  chiunque a dire che la performance di Hortzmuga Teatroa non abbia colpito, più o meno come un pugno in pancia. Se non colpito, almeno spiazzato. La trovata è geniale perché, invece di essere degli spettatori passivi, siamo una parte integrante dell’ evento stesso, ci sentiamo coinvolti in questa situazione più grande di noi. Siamo così immedesimati che decidiamo con la nostra coscienza e col nostro pensiero: automaticamente ci mettiamo dietro il nastro giallo e nero del divieto, applaudiamo al Capo dello Stato che cerca consensi oppure ci sentiamo liberi di tirare o meno le palline colorate contro il capro espiatorio: agiamo esattamente come se ci trovassimo lì. Il bello è che siamo pienamente consapevoli della finzione del momento, ma ci lasciamo trasportare dagli eventi. La tensione si crea automaticamente e il tutto si ripercuote in una immedesimazione totale. Oltre che uno spettacolo è un'sperienza. Da provare almeno una volta.

                                                                                                                                         CV



DUOS HABET
compagnia Envol Distratto
di e con Max Maccarinelli, Frédéric Periguad, Pierre Bauret
visto sabato 22, Cherasco.

Tre tizi e un megafono attirano la gente esclamando " Dous Habet!", titolo dello spettacolo. Consegnano cartellini, ognuno con un numero e raggruppano i partecipanti, stretti stretti, sotto il porticato del Comune.
Il gruppo è formato. Unica regola: essere discreti.
Viene nominato il capo, colui che dovrà rispondere alle tre domande della caccia al tesoro che porterà il gruppo al luogo segreto dell'incontro.
Le tappe son da raggiungere di corsa, se rimani attardato sei fuori, per selezione naturale.
Si arriva in un cortile. Catene sorreggono un piano coperto da un lenzuolo bianco insanguinato.
I tizi si chiamano George e dopo essersi presentati cominciano a parlare. A manipolare. Scopo trovare un nuovo manipolatore.
Il primo a manipolare fu Ponzio Pilato, il quale domandò ad un popolo, che non sapeva cosa fosse la libertà e la democrazia, se salvare Barabba o Gesù.
Il telo bianco nasconde la piccola croce di Cristo.
Nessuno ha obbligato nessuno a venire. Il pupazzo Tigro è colui che sceglie il tre papabili, futuri, manipolatori che dovranno superare diverse sfide fino a quando si scoprirà il prescelto che fin dall'inizio si conosceva.
Un plauso a Frédéric Periguad e Pierre Bauret che in tre giorni hanno imparato il testo in italiano.

AN





IN CARAVAN WITH RAOUL!!!
di e con Raoul Lambert
visto sabato 22, Cherasco.

Raoul Lambert, cantante d'amore francese, che propone per la prima volta questo spettacolo in italiano, ospita sul suo caravan rosso un numero massimo di venti persone. Chiude la porta a chiave. La chiave non è la chiave ma l'uscita di sicurezza. Lo spazio è davvero ridotto, è possibile sentirsi mancare l'aria e interrompere la performance in qualsiasi momento.
In pochi minuti il cantante diventa mentalista e sorprende scoprendo i pensieri di alcune persone fra il pubblico. Stupefazione.
AN







WANTED
Compagnia Eventi Verticali
di e con Andrea e Luca Piallini
visto sabato 22, Cherasco.

L'ispettore alla ricerca del fuggitivo, come un imbonitore, invita il pubblico ad avvicinarsi allo schermo sorretto da una nuova struttura autoportante.
Un video ci mostra la fuga del ricercato che poi sbuca sul tetto di un edificio. Viene avvistato dal segui persona. Scappando inseguito, indossa ad una bambina un passamontagna nero, ingannando gli occhi dell'ispettore.
I fratelli Piallini si assicurano alle corde e cominciano a divertirsi e a divertire. Una sorta di deus ex-machina proietta i due in un mondo di finzioni disegnato dal computer rendendoli protagonisti di un videogame.
Lottano, corrono, si arrampicano, nuotano, fuggono sulla luna, vengono arrestati, girano il mondo. Poi diventano parte di Pac-man, Super Mario e di un videogioco di automobilismo.
Spettacolo in cui la perfezione non è doverosa, l'effetto ottico e l'immaginario creato fanno cogliere e comprendere.
Fuochi d'artificio.
AN





LE SALON DE LA MORT
Daad
di e con Helen Holding, Eric Bakker
regia di Jeanette van Steen
visto sabato 22, Fossano.

Appena giunti in piazza Battuti Rossi un carro funebre ci aspetta: eccoci in una realtà macabra, ma non troppo. Una riflessione sulla morte, ma in chiave umoristica. Uno spettacolo di teatro urbano, che delizia per la sua semplicità. Un carro funebre che in realtà non ha questa funzione: c’è un rapporto ambiguo con tutto. In certi aspetti un po’ splatter, ricorda Tim Burton. Diverte e vale la pena aspettare per guardare da vicino questo eccentrico salone della morte. Non si prende nulla sul serio e si potrebbero passare delle ore ad ammirare da vicino tutti i minuziosi particolari del carro. Soprattutto sono stati apprezzati certi momenti della performance, quando anche la sua assistente Marie vi partecipa. Il pubblico apprezza molto il tutto e i tempi di realizzazione erano giusti: anzi, sono passati troppo in fretta.

                                                                                                                                                    CV



SYNCHRONOTOPY
con Daniele Villa e Aleksandar Caric Zar
visto sabato 22, Cherasco

Allo stesso tempo, allo stesso luogo siamo tutti qua, ma il pubblico purtroppo scarseggia.
Sul palco uno schermo proietta immagini, proiezioni di riprese video delle fotografie che Daniele Villa, adagia sul suo tavolo, al lato destro del tavolo. A sinistra Aleksandar Caric Zar che sul suo tavolo pare avere un mercatino produce suoni.
Cerchi concentrici, onde del mare. Cieli stellati, catene, il lavoro dei marinai. I pesci, i pescherecci nel mare in burrasca, l'uomo nel bosco.
Vita di corte. 
Cenare davanti al camino con lo zio che parla a bocca piena o il leone con la voce delicata.
Passeggiate fra i sentieri di campagna con i pesi che volano via.
Un albero fiorito. Il volto di una donna.
I giochi d'infanzia. La scalata dell'uomo che vuole dominare le nuvole. 
L'uomo che contempla la roccia.
Venditrice di rame.
Due binari su un ponte, bambini che si arrampicano. Il treno sta per arrivare. Un'esplosione stellare.
Gente al gran ballo. Il peschereccio che affonda; un sentiero porta a lui.
Pesci nel sangue, qualcuno fra i coralli resiste con malinconia.
Il volto di una donna.
Una conchiglia, l'orecchio. Un castello.
I bambini spensierati con la testa fra le nuvole, giocano per la strade e vedono nei porfidi i crateri della luna.
Musicisti iraniani con volti stupefatti.
Queste le immagini con le relative suggestioni che la colonna sonora ha provocato.
La musica velocizza il ritmo, tutto si fa concitato. Le immagini scorrono a ritroso. Ultima immagine il cielo stellato, i due musici e il titolo Synchronotopy.
La performance è un dialogo improvvisato fra i due mondi dei due artisti guidato dalle emozioni e dalle sensazioni. 
Una cosa piccola diventa grande. Fantasia e suggestioni morali fanno la vita reale.

AN





 Mirabilia - looking back

 


Ci eravamo avvicinati a Mirabilia con queste esatte parole: “non è possibile raccontare, ora, ogni aspetto di quello che il programma offre, i retroscena, le compagnie e i progetti più interessanti. Per conoscere Mirabilia è sicuramente più semplice viverla”. A chiusura Festival, dopo aver vissuto per cinque giorni a Fossano a stretto contatto con lo staff e gli artisti, nutrendoci di teatro e cultura, possiamo finalmente sederci e fare un bilancio, non quantitativo ma emotivo, di questa esperienza.
Cinque giorni. A noi sono sembrati eterni. Mirabilia dilata il tempo, allontana da casa, dal lavoro, dalla vita di sempre, isola dal mondo creando una realtà indipendente dove ci si sveglia la mattina pensando agli spettacoli che si vedranno in giornata e coricandosi la sera pensando a quelli del giorno seguente, dove non si parla una sola lingua ma almeno quattro diverse, dove la prima pagina del giornale locale che si legge la mattina è quella culturale. La sensazione di piacevole isolamento non è comprensibile da chi è solo di passaggio al festival. Per le persone che hanno fatto di Fossano una seconda casa, tornare alle proprie città il lunedì è stato come far ritorno da un lungo viaggio con la sorpresa che, mentre trascorrevano gli anni a Mirabilia, nel resto del mondo sono passati solo cinque giorni.

Come avevamo previsto qualcosa è andato perduto: le ore di sonno, la già citata cognizione del tempo, il beato far nulla – che in certi momenti della giornata può far piacere –, e poi tutti quegli spettacoli che in mancanza dell’ubiquità non ci è stato possibile vedere, pur essendo noi in tre. Ma siamo soddisfatti di aver colto il più e il meglio che il Festival poteva offrire: ottimo teatro, di qualità, come in qualsiasi manifestazione non tutto può piacere, ma ogni spettacolo, da quello di massa al progetto di nicchia, è stato offerto da artisti sinceramente convinti del loro lavoro, che significa professionalità; ottima accoglienza, staff e volontari sempre disponibili; organizzazione che non può essere sempre impeccabile, gli inconvenienti esistono, gestire un festival su tre città non è semplice, ma non abbiamo mai avuto motivi di particolare disagio; meraviglioso contesto tra il naturale e l’urbano; clima piacevole, non troppo caldo di giorno, fresco la sera, e niente insetti molesti.
Possiamo concludere che Mirabilia è un evento da preservare, una manifestazione che, come molte altre, sta facendo i salti mortali per non rimanere vittima della crisi culturale, anche perché non c’è nulla di simile che possa sostituirla sul territorio. Vi consigliamo, se non ci siete mai stati o non avete trascorso sufficiente tempo per conoscerla, di tornare la prossima stagione. Venite indipendentemente dall’età, dai gusti (se avete letto le recensioni qui sopra avrete compreso come ci siano spettacoli per ogni tipologia di intrattenimento), venite da soli o in compagnia, con i bambini se ne avete, rimanete tutti i cinque giorni se potete o anche solo un weekend, approfittate dell’opportunità di poter conoscere compagnie che altrimenti dovreste andare a cercare dall’altra parte del mondo, soprattutto se amate il teatro, soprattutto se abitate in Fossano o dintorni.
Per combattere il sonno della cultura è doveroso sostenere con la propria presenza Mirabilia e tutte le persone che credono nel progetto e vi lavorano, cosicché a sua volta possa continuare a sostenere le compagnie: artisti che da anni portano avanti un loro percorso teatrale e ragazzi giovanissimi che sperano di vivere facendo quel che più amano. Premesso questo valido motivo per lasciare a casa la pigrizia e la diffidenza (se sono le ragioni che vi frenano), tutti gli altri buoni motivi per venire a Fossano l’anno prossimo sono riassumibili in una parola: meraviglia.



FC




!ARRIVEDERCI & GRAZIE!





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